[vc_row][vc_column width=”1/6″][/vc_column][vc_column width=”2/3″][vc_single_image image=”15316″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_column_text]Disturbi gastrointestinali, mal di stomaco, atteggiamenti ansiosi alla guida, mal di schiena cronici, sono stati i miei compagni di viaggio per lunghissimo tempo. Quando lavoravo in ufficio senza sosta e zigzagavo in sella allo scooter, in mezzo alle lamiere di centinaia di auto, rischiando spesso la vita sotto la pioggia, grandine e sole cocente, per arrivare in orario, i suddetti malesseri erano talmente abituali che a volte non ci badavo nemmeno più.
Ad un certo punto ho finalmente realizzato che stavo conducendo uno stile di vita ansiogeno, che andava sempre di più peggiorando, fino a ledere il mio benessere, in maniera forse irreparabile. Ho iniziato a notare che sentivo nettamente che i suddetti sintomi erano strettamente connessi alle situazioni quotidiane, e, ponendoci un minimo di attenzione, sentivo che c’era una forte connessione tra quello che capitava in ufficio e come poi reagiva il mio corpo.
Ho chiesto ad alcune colleghe e, dopo un attimo di riflessione, tutte mi confermavano che i loro acciacchi (soprattutto colite e cefalea) aumentavano di frequenza e intensità durante i periodi particolarmente stressanti e, in molti casi, diventavano ancora peggio quando il picco di stress era passato.
Dopo aver raccolto questi dati ho inziato a pormi alcune domande, la prima in particolare credo che mi abbia salvato la vita.
Come si comporta il nostro organismo quando è sottoposto a continui stress?
Quali sono gli organi più sollecitati?
Domande che, negli anni, mi hanno portato a cambiare atteggiamento verso me stessa, a conoscermi meglio ed a fare passi importanti per il mio benessere e per il mio futuro lavorativo.
È grazie a queste domande infatti che oggi ascolto e sostengo chi, come me, ha vissuto e vive tutto questo, tutti i giorni silenziosamente.
Giusto due settimane fa, una mia cliente mi ha raccontato che quasi tutti i giorni mentre si avvicina all’ingresso dell’ufficio in cui lavora, le viene da piangere e urlare; ovviamente si trattiene, ma dopo qualche ora ha delle fitte e dei seri disturbi intestinali.
Un’altra ancora, dopo qualche sessione, mi ha confessato che sente una forte nausea quando percorre il corridoio che porta alla sua postazione, a volte si chiude in bagno e piange.
Un cliente invece mi ha raccontato che la mattina, prima di andare a lavoro, si sveglia sistematicamente con mal di stomaco e che il suo primo pensiero è che questa mansione non ha nulla a che vedere con le sue aspirazioni e talenti, è poco stimolante e gratificante.
Queste testimonianze raccontano il modo in cui il nostro corpo ci parla, esprimendo il malessere e le tensioni vissute ogni giorno a lavoro.
Di casi come questi ce ne sono tantissimi: il passaggio lavoro-stress-problema di salute è purtroppo molto frequente.
Se una pressione lavorativa si prolunga nel tempo, può capitare che l’equilibrio tra le nostre capacità di adattamento e le esigenze ambientali venga meno, quindi il sistema mente-corpo reagisce in modi che possono portare a problemi agli organi, anche gravi.
Una volta passato l’evento scatenante, l’organismo deve essere ricondotto a un livello di normalità; ciò è d’importanza vitale affinché gli organi interessati si “rilassino” dopo una sollecitazione importante.
Esistono situazioni quotidiane, come scadenze da rispettare, progetti non andati in porto, difficoltà comunicative con il proprio capo, conflittualità quotidiane con i colleghi, l’ingorgo nel traffico etc, nelle quali le risposte stressogene sono attivate di continuo e lo stress prende il sopravvento.
Ormai sono moltissimi gli studi* che hanno dimostrato che lo stress causa disturbi seri a varie parti del nostro corpo, in particolar modo al sistema digerente, provocando addirittura delle lesioni.
L’elenco degli organi che possono subire danni a seguito di una cronica sollecitazione da stress è notevole (cervello, cuore, tessuti muscolari, organi riproduttivi e metabolismo) e gli effetti sull’apparato digerente sono molteplici: mal di stomaco durante la digestione, dolori intestinali, diarrea, accelerazione dell’attività del colon, rallentamento dello svuotamento dello stomaco, alterazione dello stato generale con febbre o dimagrimento ed alterazione della flora intestinale.
Quindi, la risposta alla mia domanda era molto semplice: quello che succede al nostro organismo in seguito allo stress è questo: o gli dai modo di recupereare o si ammala, fino ad andare in pezzi!
Successivamente mi sono posta un’ulteriore domanda che ha mi ha permesso di approfondire delle tematiche importanti:
Quale è il processo che scatena le diverse patologie?
Secondo alcuni scienziati autorevoli come Pellissier, Bonaz, Farnè Mario, Bernstein, ma anche tanti altri, tutti questi sintomi pur sembrando esclusivi degli organi in causa, sono fortemente collegati al cevello.
Lo stress colpisce in primo luogo il sistema nervoso autonomo, che “si divide” in simpatico e parasimpatico; uno stress prolungato stimola il sistema simpatico e di conseguenza il nervo sacrale (regola la parte finale del tubo digerente e la vescica) ed inibisce il sistema parasimpatico, in particolar modo il nervo vago (che innerva l’intestino e influisce sul sistema nervoso centrale).
Cosa ne consegue?
L’attivazione eccessiva del sistema nervoso simpatico altera l’attività del sistema immunitario producendo molecole di segnale (citochine) capaci di scatenare reazioni di diversa natura nell’organismo e inibisce, di conseguenza, il nervo vago che dovrebbe avere un effetto antifiammatorio sui visceri. Questo squilibrio provoca una reazione infiammatoria intestinale, disturbi digestivi e dolori intestinali.
Contestualmente l’ipotalamo libera un neuro-ormone (ormoni di rilascio della corticotropina) che attiva l’ipofisi, che rilascia a sua volta l’ormone adreno-corticotropo. Questo ormone passa nel sangue e provoca il rilascio di cortisolo e adrenalina da parte delle ghandole surrenali, provocando una reazione di allarme nell’organismo.
La funzione di questo sistema è quella di proteggere il corpo dai pericoli esterni dandoci un picco di forza fisica per reagire di fronte ad una minaccia, ma se lo stress e l’ansia correlata perdurano, l’equilibrio tra i tre sistemi viene meno (asse ipotalmo-ipofisi-surrene, sistema immunitario e sistema nervoso autonomo) e l’organismo si esaurisce.
Una volta acquisite tutte queste informazioni, la domanda che più mi stava a cuore e che perturbava i miei sonni tranquilli era:
Come riuscire a vivere meglio il mio lavoro riducendo notelvolmente lo stress e i danni al sistema digerente?
Il primo passo è stato modificare il mio stile di vita, prendendomi più cura del mio benessere fisico e mentale: almeno 8 ore di sonno, solo sport all’aria aperta nei parchi o boschi, meno impegni extra, più pause sul lavoro, più tempo da dedicare alle mie passioni. So che ora questi suggerimenti ti possono sembrare banali, o difficli da applicare, ma col percorso adeguato anche la persona più indaffarata e indisciplinata può implementarli.
Il secondo passo è stato curare la mia alimentazione, scegliendo sempre di più cibi sani e ricchi di vitamine, minerali e grassi polinsaturi.
Anche questo secondo suggerimento ti può sembrare scontato o magari inapplicabile, infatti cambiare abitudini alimentari radicate non è per niente semplice, a volte ci vuole un aiuto esterno, ma, parliamoci chiaro, ne va della tua vita.
Il terzo ed ultimo è stato andare alla ricerca di tecniche valide che mi permettessero di ritrovare benessere ed energia perché per molto tempo avevo sottovalutato questi problemi cercando di controllare le emozioni legate allo stress e adottando una strategia di repressione, con conseguente aumento del malessere. In questo campo ho testato l’efficacia di tantissimi sistemi, da varie forme di meditazione alla mindfulness, dallo yoga a sistemi di rilassamento occidentali, da tecniche di controllo del respiro a visualizzazioni, fino a trovare le discipline che hanno avuto un impatto veramente forte, fino a generare una trasformazione, anche appunto fisica, che mi ha portato a stare molto meglio a vari livelli.
È stato grazie a queste domande che mi sono posta e soprattutto ai tre passi che ti ho appena descritto che ho potuto realizzare StressRemedy. Perché?
Perchè il mio è stato un percorso con ostacoli che mi sembravano insormontabili e proprio la sua difficoltà mi ha costretto a scoprire i concetti e i valori su cui oggi baso non solo il mio lavoro ma tutta la mia vita. Senza stress 🙂
* Pellissier S.: Relationship between Vagal Tone, Cortisol, TNF-apha, Epinephrine and Irritable Bowel Syndrome.
Pellissier S: Psychologiacal Adjustment and Automatic Disturbances in Infammatory Bowel Diseases and Irritable Bowel Syndrome.
Tachè Y. E Bonaz B.: Corticotropin Releasing Factor Receptors and Stress Alterations of Gut Motor Function.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]